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Uccise la madre a coltellate, 60enne a processo: “Non sapeva che il figlio non pagava il condominio”

Si è tenuta oggi una nuova udienza del processo nei confronti di Massimo Barberio, l’uomo che uccise la madre a Primavalle per nasconderle un debito di 3mila euro.
A cura di Natascia Grbic
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Foto di repertorio.
Foto di repertorio.

Si è tenuta oggi una nuova udienza del processo nei confronti di Massimo Barberio, l'uomo di sessant'anni che nel mese di settembre 2023 ha ucciso la madre, Egidia Barberio. L'omicidio è avvenuto nell'appartamento che madre e figlio dividevano, in via Pietro Gasparri 84, nel quartiere di Primavalle a Roma. Il 60enne ha accoltellato la madre, uccidendola, per nasconderle un debito di 3mila euro che aveva accumulato con il condominio.

"Madre e figlio non venivano mai alle assemblee condominiali, lei non sapeva dei debiti accumulati e quando glielo feci presente pagò la prima rata con tre assegni, mi disse che era certa che il figlio pagasse tutte le rate. Qualche rata condominiale ordinaria poi l'hanno pagata ma abbiamo dovuto avviare interventi straordinari per sistemare l'ascensore del palazzo e da quel momento non hanno più pagato, accumulando un debito di quasi 3mila euro". Lo ha detto in aula l'amministratore di condominio, ascoltato dal giudice.

Come Barberio abbia spero quei soldi, non è chiaro. Le cose non andavano bene a livello economico per la famiglia, e l'uomo non aveva i soldi per pagare le rate del condominio. Alla madre però, non ha detto nulla. Fino a quando una sera l'ha uccisa, colpendola con diverse coltellate. Ha poi nascosto il corpo nell'armadio per undici giorni, fino a quando l'odore è risultato così insopportabile da convincerlo a confessare il delitto, chiamando i carabinieri. "Venite ho ucciso mia madre", ha detto ai militari, che lo hanno arrestato e portato nel carcere di Regina Coeli.

L'uomo abitava da sempre con la madre nella palazzina di via Pietro Gasparri 84. Tutti lo conoscevano come una persona timida e riservata: per questo sono rimasti di stucco quando hanno saputo cosa era accaduto. Barberio, dice una vicina di casa sentita oggi in aula, era "un po' strano ma molto educato e nel quartiere era benvoluto". "Gli sudavano sempre le mani e guardava sempre in basso e capii che era un ragazzo molto timido", ha aggiunto. I condomini hanno anche fatto una colletta per fargli arrivare beni di prima necessità in carcere. "Dopo l'omicidio ci siamo preoccupati di fare una colletta, per far dire una messa in memoria della signora Egidia e anche per comprarle dei fiori. Poi quando abbiamo saputo che Massimo, in carcere, non aveva lo spazzolino, allora abbiamo deciso di utilizzare quei soldi anche per acquistarglielo assieme a una saponetta. Un altro condomino gli ha invece donato dei vestiti". L'uomo ha scritto delle lettere ai condomini, scusandosi per quanto accaduto. Ha detto di essersi pentito del suo gesto e di voler morire. "Scriveva che non si perdonava per quello che aveva fatto e che non riusciva a trovare pace". La donna gli ha risposto che "tutte le mamme perdonano i propri figli. Vedrai che lo farà anche la tua".

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